Perchè quando si parla del mondo del gioco d’azzardo i dati che “si vogliono far arrivare” ai cittadini non sono mai uniformi a quelli dichiarati dall’Agenzia dei Monopoli? Sembra quasi che si voglia far percepire che il settore del mondo-gioco non soffra di crisi e “scoppi di salute” in un momento così grave dell’economia del nostro Paese.
Perchè? La Camera di Commercio di Monza e Brianza in un’indagine intitolata “Tra crisi e gioco”, parla di un giro di affari nel gioco in crescente aumento, con una percentuale che tocca il 50% rispetto all’ultimo anno e questo relativamente agli apparecchi da intrattenimento ed al gioco in generale: l’indagine comprende anche una crescita delle imprese di gestione di new slot del 35,9%.
Dal canto suo, pochi giorni fa, l’Agenzia dei Monopoli ha reso noto numeri “reali” e si può dire anche drammatici contenuti nella relazione consegnata alla Commissione Bilancio della Camera: dal 2013 al 2014 sono ben 24mila le imprese operanti nel settore degli apparecchi iscritte al registro ADM che sono a forte rischio di cessazione di attività, riduzione della raccolta del settore delle “famigerate macchinette” per il 2014 del 4,83% che comporta una riduzione del gettito erariale per circa 200milioni di euro.
Far quindi passare un messaggio che la categoria del mondo-gioco continua ad arricchirsi “sulle spalle dei giocatori” è negativo e, senz’altro, contribuisce ad approvare nuove regole anti slot mentre ci si dovrebbe concentrare nel contrasto al gioco illegale, che è l’unico che sta facendo, oggi, “affari d’oro”.