Dobbiamo ricordare e sottolineare che l’Emilia Romagna è sempre stata attiva sul proprio territorio per contrastare e prevenire i disagi relativi al gioco: ha sempre agito con intelligenza non per demonizzare l’intero mondo del gioco d’azzardo lecito ma prendendo coscienza con un “occhio molto vigile” di ciò che poteva succedere se non si fosse intervenuti in modo preciso e mirato.
La qui la Commissione Salute della Regione Emilia Romagna ha approvato un “Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico nonché delle patologie correlate” previsto dalla legge regionale e la prossima settimana il provvedimento andrà al Consiglio Regionale per il voto definitivo.
Il contenuto di questo “piano” avrà una durata triennale e comprende, tra le altre iniziative, un bollino di riconoscimento per gli esercizi no slot, osservatorio e numero verde regionale, corsi di formazione per personale operante nelle sale da gioco, forza di polizia ed insegnanti, l’attivazione in ogni Ausl di punti sperimentali di accoglienza e valutazione delle persone con problemi di gioco patologico: un “piano” quindi ambizioso, a vasto raggio che copre tutte le “possibilità” di assistenza per le persone che “incorrono nel disagio patologico”.
Quindi progetti di prevenzione e sensibilizzazione sul rischio di dipendenza dal gioco nell’ambito del sociale e nel contesto di iniziative di sanità pubblica e verranno privilegiati messaggi non proibizionistici ma responsabilizzanti sui temi delle scelte consapevoli, fatto salvo il diritto dei minori dall’essere tutelati dall’offerta di giochi con vincita in danaro.