Nicola Vendola, che ha varato leggi assai restrittive in materia di gioco, ora è pronto ad affrontare una nuova avventura politica in una “sinistra” più ampia che possa prendere spunto, per quanto riguarda le politiche di gioco, dall’esperienza maturata in dieci anni in Puglia e che tragga esperienza a metà tra il sociologico ed il filosofico dal passato si esprime con fermezza ribadendo la lotta strenua effettuata nei confronti della ludopatia e dei tentativi effettuati per regolamentare la materia e per sensibilizzare sia il sociale che il servizio sanitario nazionale ad occuparsi dei disagi derivanti dal gioco compulsivo.
Altro “turbamento” di Vendola è che l’espansione e la distribuzione “indiscriminata” del gioco possa moltiplicare i luoghi “usati come lavatrici per soldi delle organizzazioni mafiose”, ferma restando la libertà dell’individuo di scegliere se giocare o meno e determinare il luogo ove giocare.
Secondo Vendola una delle modalità di ingresso della malavita nel settore del gioco è la diffusione dei videopoker che vanno a costituire un sommerso illegale che determina, di conseguenza, un territorio “portato al controllo criminale” anche perché è assodato che attorno alle sale da gioco nascono e si concretizzano “azioni criminose” di vario genere, dall’usura al riciclaggio. Un altro argomento da affrontare è come e quanto il gioco venga “presentato” dalla criminalità come un “salvavita facile” che porta inevitabilmente all’indebitamento, all’usura e ad un’assurda complicità tra vittima e “carnefice”. Tutto questo, secondo Vendola, deve cambiare assolutamente: lotta all’illegalità al primo posto, regolarizzazione del gioco esistente ed inibizione di gioco ulteriore!