Era inevitabile che la poca chiarezza delle normative nazionali relative al gioco d’azzardo lecito portasse all’esasperazione sia le Regioni che gli operatori del settore. Di conseguenza come si è scritto in questi ultimi mesi, le varie Regioni, con in testa Trentino, Liguria, Piemonte, Lombardia e Lazio hanno emanato regolamenti e leggi regionali per limitare la diffusione del gioco pubblico.
A seguito di alcune denunce pervenute dall’Italia in Commissione Europea appunto contro le variegate leggi regionali, se ne sono aggiunte altre due che, però, hanno un contenuto diverso dai regolamenti: si parla di incentivi e sgravi fiscali promessi agli esercenti che intendono provvedere alla rimozione degli apparecchi da gioco nei propri locali.
Una denuncia sottopone alla Commissione se nelle norme emanate da alcuni Enti locali che promettono quattrini pubblici per eliminare le slot, non si potrebbe ravvisare “un aiuto di Stato”, l’altra, oltre a sottoporre lo stesso quesito, aggiunge che incentivando la sparizione del gioco di Stato si arriverebbe ad un danno erariale con il rischio ulteriore che un esercente potrebbe incassare tali incentivi togliendo una slot legale, sostituendola magari con terminali di gioco illegali, come si può evincere dalla diffusione “corposa” dei totem negli ultimi mesi.
Alla Commissione quindi la valutazione di queste denunce e di altro materiale che man mano “arriva dall’Italia” e, purtroppo, pura e semplice conseguenza della mancata presa “di posizione” del nostro Governo nei confronti di questo “stillicidio” di regolamenti locali che hanno creato tanta confusione, restrizioni a volte insormontabili e, purtroppo, hanno anche portato alla chiusura -obbligata- di tante piccole realtà.