Da fonti diverse, sia da operatori del settore del gioco che da alcuni amministratori locali, viene indicata la tassa di scopo sul gioco come “soluzione equa” a derimere l’annosa questione di scontro tra territorio e Stato sul gioco: sembrerebbe l’unica soluzione per appianare la situazione. Ma questa tassa sarà una risorsa oppure una contraddizione etica e quindi farà ancora di più discutere gli interlocutori?
Speriamo di no dato che l’attuale Governo a gennaio aveva anticipato la volontà di ridiscutere la tassazione sul gioco pubblico e destinarne una parte al sistema degli enti locali e quindi si spera che i tempi… non si dilatino più del consentito (sopratutto quando si parla di problematiche relative al gioco d’azzardo lecito).
Alcune Regioni però, tipo Liguria e Lombardia, non sono molto favorevoli alla tassa di scopo in quanto la ritengono un “palliativo” e non certo una soluzione alle innumerevoli problematiche che si trascina la ludopatia ed ai suoi costi di sostegno che vanno unicamente a “pesare” sul bilancio dei Comuni, mentre allo Stato (sovrano) vanno a “devolversi” le accise….
Le Regioni vorrebbero interventi decisi, profondi e “non ambigui” che siano regolatori su campo nazionale e non “piccoli gettiti” che non risolverebbero comunque i disagi discendenti da tutto il mondo del gioco d’azzardo lecito. Sono posizioni nette quelle delle Regioni che ritengono la “tassa di scopo” un altro sistema per fare cassa e non una soluzione, resta unicamente un gettito che lascia la situazione “gioco” sempre allo stesso livello.